INDICE:
In questo articolo parleremo di:
- Come nasce la tecnica dell’Euronymph
- Quali sono i suoi punti di forza rispetto alle altre tecniche di pesca
- Quali attrezzature specifiche comprare
- Quali sono le montature più utilizzate
- Come effettuare un lancio ed una deriva efficace
1. ORIGINI ED EVOLUZIONE
La tecnica di pesca che oggi conosciamo come Euronymph nacque in Polonia negli anni 80, durante lo svolgimento di un campionato di pesca a mosca. Vista la difficoltà della squadra polacca nel riuscire ad equipaggiarsi con la corretta attrezzatura, fu concesso loro di partecipare alla gara senza utilizzare la coda di topo. Al suo posto utilizzarono direttamente il nylon, senza effettuare dei lanci classici ma pescando direttamente sotto il cimino della canna. La deriva era quindi molto corta ma estremamente precisa e in quell’occasione, tra lo stupore dei partecipanti, i polacchi stravinsero il campionato in questione.
I cechi, che videro subito le potenzialità di questa tecnica, riuscirono a perfezionarla a tal punto da vincere il campionato del mondo nel 1986. Quello fu il palcoscenico perfetto, che fece conoscere a tutto il mondo quella che ancora oggi in molti chiamano Czech Nymph (ninfa ceca).
Dopo un periodo in cui i paesi dell’est dominarono le gare di pesca, anche francesi e spagnoli copiarono e modificarono questa tecnica di pesca in base alle proprie esigenze, rinominandola a loro volta French Nymph (ninfa francese) e Spanish Nymph (ninfa spagnola).
Di lì a breve, grazie anche e soprattutto al mondo delle competizioni, questa tecnica di pesca si è letteralmente diffusa a macchia d’olio, prima in Europa e successivamente anche in America. Ora ci sono migliaia di appassionati in tutto il mondo che praticano la pesca a ninfa moderna e le aziende hanno iniziato a produrre moltissima attrezzatura specifica per questo genere di pesca, dalle canne ai mulinelli e molto altro ancora.
Il tutto fa pensare che questa non sia solo una moda passeggera, ma una tecnica di pesca nata per restare.
1.1. CZECH NYMPH (ninfa ceca)
La Czech Nymph (ninfa ceca), prevede l’utilizzo di una coda di topo e di un terminale e finale complessivamente non più lunghi del doppio della canna. Avendo poco filo a disposizione ed usando solo quello per poter pescare a ninfa, con questa tecnica bisogna necessariamente avvicinarsi il più possibile allo spot di pesca, effettuando delle derive corte direttamente sotto il cimino della canna, proprio sopra la vena di corrente in cui si pensa ci possa essere il pesce. Una volta finita la deriva delle ninfe, vengono sollevate e ribaltate a monte per una nuova passata. Con questa tecnica le ninfe hanno poco tempo per entrare in pesca e vengono quindi utilizzati artificiali piuttosto pesanti per riuscire a raggiungere il fondo nel minor tempo/spazio possibile. Uno dei vantaggi di questo setup è quello di permettere al pescatore di poter passare dalla pesca a ninfa alla pesca a mosca secca in maniera estremamente rapida, senza dover sostituire il mulinello, perché la coda di topo è comunque già presente ed il terminale non è eccessivamente lungo.
1.2. FRENCH NYMPH (ninfa francese)
Nella French Nymph (ninfa francese) il setting è simile, troviamo sempre la coda di topo, il terminale ed il finale, con la differenza che il terminale è molto più lungo. Questo consentiva ai francesi di poter pescare con efficacia anche a distanze maggiori, sempre senza dover utilizzare la coda di topo. Riuscire a pescare più lontano significava effettuare derive molto più lunghe e questo portava con sé dei vantaggi non indifferenti. Oltre a riuscire a battere più acqua, si concedeva alle ninfe molto più tempo per poter affondare e non era quindi necessario dover utilizzare mosche troppo pesanti. Inutile dire che una ninfa più leggera si muove in maniera più naturale in acqua ed è conseguentemente molto più catturante. Infatti, non passò molto tempo prima che anche i francesi si fecero positivamente notare nel mondo delle competizioni di pesca.
1.3. SPANISH NYMPH (ninfa spagnola)
Gli spagnoli furono i più radicali nella personalizzazione di questa tecnica di pesca. Se nelle precedenti interpretazioni la coda di topo è sempre presente, anche se non utilizzata, nella Spanish Nymph (ninfa spagnola) viene completamente rimossa e sostituita da un monofilamento in nylon. Questa modifica consentiva agli spagnoli di riuscire a mandare alla deriva le proprie ninfe a distanze notevoli, riuscendo ad essere molto efficaci anche su fiumi piuttosto grandi. C’è da dire che con la tecnica della Spanish Nymph era difficile, se non impossibile, passare dalla pesca a ninfa alla pesca a secca con la stessa facilità con cui era possibile farlo nella Czech Nymph (ninfa ceca). In questo caso era necessario sostituire il mulinello, montandone uno caricato con la classica coda di topo.
1.4. TRE TECNICHE, UN SOLO NOME
La pesca a ninfa a filo, nelle sue forme più primordiali, veniva chiamata con nomi diversi in base alla nazione che la praticava e in base alle modifiche che le suddette nazioni apportavano alla tecnica. Venendo ai giorni nostri possiamo però dire che nessun stato europeo è riuscito a lasciare la propria impronta nazionale sul nome di questa tecnica e oggi viene universalmente riconosciuta in tutto il mondo come Euronymph. Questo termine, regalatoci dagli americani, racchiude in sé il concetto base che accomuna tutte queste tecniche e che le rende così efficaci. Soprattutto il mondo delle competizioni ha contribuito a prendere il meglio delle tre tecniche portando il tutto ad un livello di efficacia estremo, per questo motivo, nel proseguo di questo articolo abbandonerò i termini originari e parlerò solo di Euronymph. Oggi parlare di Polish Nymph (ninfa polacca), Czech Nymph (ninfa ceca), French Nymph (ninfa francese) e Spanish Nymph (ninfa spagnola) è sicuramente interessante a livello culturale ma abbastanza anacronistico a livello pratico, il che può portare solo confusione a chi si sta approcciando per la prima volta a questo mondo.
2. I VANTAGGI PRATICI DELL’EURONYMPH
Nella pesca generica ci si è sempre serviti di piombi o esche appesantite per poter fisicamente lanciare i propri inganni nello spot desiderato.
Nella pesca a mosca, invece, si utilizzano artificiali completamente privi di peso. Ciò che genera l’energia necessaria al caricamento della canna da mosca è la coda di topo.
Con il passare degli anni, anche nella pesca a mosca sono state introdotte esche piombate, le cosiddette ninfe, ma, nonostante ciò, la coda di topo ha sempre giocato un ruolo di primaria importanza nell’azione di pesca.
Nella pesca a ninfa classica nascono però delle situazioni difficili da gestire, soprattutto per chi inizia, perché la coda di topo finisce inevitabilmente per posarsi in acqua, diventando preda di tutte le correnti e gli ostacoli che si trovano sul torrente. Il pescatore dovrà essere molto abile per riuscire a proteggere il finale dal dragaggio, effettuando una serie di mending volti a far si che le ninfe non vengano trascinate fuori pesca da correnti secondarie. Ovviamente, più si pesca lontano, più questo problema viene amplificato, perché si avranno in acqua maggiori porzioni di coda di topo da dover gestire.
L’Euronymph ha rimosso alla base questo problema, sostanzialmente eliminando la coda di topo tradizionale e sostituendola con il filo o con code ultraleggere da 0.55mm. Il filo, essendo molto più leggero della coda di topo, resta sollevato dall’acqua e non viene disturbato da ostacoli o correnti secondarie.
Questo ha permesso di ridurre quasi a zero il problema del dragaggio, eliminando totalmente la necessità di effettuare dei mending per riuscire a mantenere il contatto con le ninfe. In questo modo si ha un controllo sulla deriva molto più semplice e preciso e si riesce a pescare su correnti complesse con maggior facilità.
Un altro vantaggio dell’Euronymph è che le sezioni di coda, filo, terminale o finale allentati non esistono più, ed il contatto tra il pescatore e le ninfe è diretto. Questo ti permette di percepire in ogni istante quello che sta succedendo sott’acqua, facendoti trovare pronto ad ogni abboccata con ferrate fulminee. Nella pesca a ninfa classica, per quanto un pescatore possa essere esperto, questo non è fisicamente possibile.
I vantaggi principali dell’Euronymph sono:
- dragaggio ridotto al minimo
- nessun mending necessario per controllare la deriva
- percezione delle abboccate istantanea e ferrate fulminee
- contatto diretto con le ninfe, senza sezioni di montatura lasca tra te e le ninfe
Nelle immagini molto semplificate che trovi qui in basso ci si può fare un’idea di massima sull’influenza che il peso della coda di topo classica ha rispetto al filo o a una coda di topo ultraleggera.
L’Euronymph ha rinunciato ad utilizzare la coda di topo tradizionale, portando di fatto la pesca a ninfa ad una maggior precisione, una maggior sensibilità e una miglior percezione delle abboccate.
3. ATTREZZATURA DA EURONYMPH
Con la diffusione dell’Euronymph in tutto il mondo, le aziende non hanno tardato a realizzare attrezzature molto specifiche per questa tecnica di pesca. In questo capitolo cercheremo di vedere tutto ciò di cui hai bisogno e perché.
3.1. LA CANNA DA EURONYMPH
Le canne sono sicuramente le prime ad essere state modificate per meglio adeguarsi all’Euronymph. Gli aspetti che le caratterizzano e che le rendono particolarmente adatte a questa tecnica sono tre, ovvero: lunghezza, azione e peso.
3.1.1. LUNGHEZZA DELLA CANNA DA EURONYMPH
Benché nella pesca ad Euronymph si riesca a pescare anche a distanze ragguardevoli, il massimo dell’efficacia la si ottiene avvicinandosi all’hot-spot per riuscire poi a pescare il più possibile sotto il cimino della canna. Per questo motivo, le canne da Euronymph sono più lunghe rispetto alle canne da mosca classiche e spaziano dai 9’6” ai 12’. Come spesso accade, la verità sta nel mezzo, e le misure più utilizzate in questo genere di pesca vanno dai 10’ agli 11’. Le canne da 9’6” vengono utilizzate in ambienti piccoli ed infrascati, mentre per sostenere tutto il giorno una canna da 12’ senza rimanere con i muscoli del trapezio bloccati devi essere una sorta di rambo. La loro lunghezza svolge un ruolo molto importante anche nell’aiutarti a sollevare il filo o la coda ultraleggera subito dopo il lancio, evitando così che terminale e finale diventino preda di correnti secondarie che farebbero dragare le tue ninfe.
3.1.2. AZIONE DI UNA CANNA DA EURONYMPH
Anche l’azione delle canne da Euronymph è specificatamente studiata per questo genere di pesca. Per essere chiari, ogni casa produttrice sviluppa ogni anno nuovi modelli sempre più performanti, con materiali innovativi che influenzano poi l’azione effettiva della canna. Se mi concedete però una semplificazione, diciamo che quasi la totalità delle canne da Euronymph condivide gli stessi principi in materia di “azione”.
In linea di massima sono canne dotate di un cimino molto morbido e sensibile, che consente di percepire alla perfezione tutte le asperità del fondo del fiume, ma soprattutto, ti permette di avvertire in un istante le mangiate del pesce, dandoti la possibilità di effettuare ferrate precise e fulminee.
Un cimino morbido serve inoltre per poter lanciare a grandi distanze anche ninfe molto leggere, perché per caricarsi gli basterà poco peso, inoltre, la sua morbidezza contribuirà a preservare i finali sottili dalla rottura in caso di combattimenti con i pesci più energici.
Le restanti sezioni della canna offrono generalmente una discreta riserva di potenza, per poter gestire in tutta tranquillità anche pesci di taglia importante. L’azione nella parte inferiore della canna va tendenzialmente da veloce a moderata.
3.1.3. IL PESO DELLA CANNA DA EURONYMPH
Pescare ad Euronymph ti costringe a passare molto tempo con il braccio sollevato e teso, sostenendo canna e mulinello per parecchie ore consecutive. Questa posa, sul lungo periodo, genererà quasi sicuramente dolori ed infiammazioni del muscolo trapezio che potrebbero condizionare la tua giornata di pesca. Per riuscire a contenere il più possibile questi dolori devi necessariamente rivolgere la tua attenzione verso prodotti di fascia medio/alta. Una canna realizzata con carbono di qualità sarà sì più costosa ma anche molto più leggera, ripagandoti con gli interessi durante le tue lunghe giornate di pesca. In questo senso, le aziende sono costantemente alla ricerca di nuove tecnologie per poter realizzare canne da Euronymph sempre più leggere ma allo stesso tempo robuste.
Come abbiamo accennato prima, anche la lunghezza influisce sul peso, quindi non esagerare con la lunghezza della canna. Non ha molto senso essere ipoteticamente più efficaci in pesca se la schiena ti fa troppo male per tenere sollevata la canna.
Avere un mulinello correttamente bilanciato con il peso della canna può essere d’aiuto in questo senso. Per avere un buon bilanciamento, il mulinello dovrebbe avere un peso tale da far restare in equilibrio la canna usando come vertice il centro del manico. Piuttosto è meglio se i pesi sono leggermente sbilanciati verso il manico della canna piuttosto che verso la punta.
Una lunghezza maggiore, un cimino sensibile, un’ottima riserva di potenza e soprattutto leggerezza. Queste sono le caratteristiche principali che compongono le canne da Euronymph moderne.
3.1.4. UNA CANNA SPECIFICA O VERSATILE?
Prima di acquistare la tua prima canna da Euronymph, devi capire quali sono le tue intenzioni, ovvero, vuoi pescare unicamente a Euronymph oppure vuoi passare dalla pesca a ninfa alla pesca a mosca secca in maniera rapida ed efficace? La tua risposta a questa domanda sarà determinante per scegliere il tipo di canna e di accessori di cui hai bisogno.
3.1.5. UNA CANNA DA EURONYMPH SPECIFICA
Se la tua intenzione è quella di pescare ad Euronymph costi quel che costi anche su pesci che bollano, allora la lunghezza minima della canna da utilizzare è di 10’. Ovviamente, in base alla grandezza dei torrenti che affronti generalmente, puoi pensare di rivolgere la tua attenzione verso modelli più lunghi, anche se non supererei mai gli 11’6”, anzi, per quanto possa essere grande il fiume, potrai tranquillamente ottenere ottimi risultati limitandoti ad una 11’, massimo 11’3”.
Ricorda sempre, una canna più lunga è anche più pesante e quindi è più difficile da tenere sollevata per un lungo periodo di tempo nella tipica posa dell’Euronymph.
Per quando riguarda la potenza, generalmente vengono utilizzate canne che vanno da #2 a #4. Se sei alle prime esperienze ti consiglio di orientarti su una coda #2/3, massimo #3, poi con l’andare del tempo e con l’accrescere della tua esperienza potrai orientarti su potenze diverse, in base ai tuoi gusti ed esigenze.
3.1.6. UNA CANNA DA EURONYMPH VERSATILE
Se hai deciso di voler passare in maniera efficace dall’Euronymph alla pesca a mosca secca, o se semplicemente vuoi essere in grado di pescare alcuni giorni con un sistema e alcuni giorni con l’altro senza dover acquistare due canne, devi orientarti su lunghezze che vanno dai 9’6” ai 10’.
Se principalmente peschi in ambienti medio-piccoli la 9’6” è perfetta, mentre se affronti spesso ambienti medio-grandi ti troverai sicuramente meglio con la 10’.
Queste sono le due misure che più ti permettono di essere versatile ed efficace su entrambe le tecniche di pesca. Anche in questo caso ti consiglio di restare su potenze che vanno da #2/3 a #3.
Per passare velocemente dall’Euronymph alla pesca a mosca secca hai tre opzioni:
- Sostituire il mulinello: in questo caso passerai da un setting specifico per l’Euronymph ad un setting specifico per la pesca a mosca secca. La sostituzione del mulinello ti porterà via qualche minuto.
- Sostituire il terminale: in questo caso dovrai avere la coda di topo imbobinata sul mulinello, alla quale collegherai un terminale lungo 10/15 metri per pescare ad Euronymph. Per passare alla pesca a mosca secca dovrai scollegare ed avvolgere il terminale da 10/15 metri su un rocchetto di foam per sostituirlo con un finale conico da secca. Anche questa operazione richiede qualche minuto.
- Pescare a Czech Nymph: pescare a Czech Nymph (ninfa ceca) ti permette di essere molto rapido nel passaggio da una tecnica all’altra, perché pescherai con un setting sostanzialmente identico tra le due tecniche, ovvero una coda di topo connessa ad un finale corto. Ciò che dovrai fare sarà semplicemente sostituire le ninfe con le secche. Ricorda però che pescando Czech Nymph (ninfa ceca) sarai abbastanza limitato nella pesca a ninfa, perché usando un finale corto dovrai necessariamente avvicinarti molto allo spot di pesca e questo non sarà sempre possibile.
La canna ideale per iniziare a pescare ad Euronymph è la 10’ #3. Con questa misura potrai pescare efficacemente ad Euronymph, ma allo stesso tempo, e con il setting giusto, potrai passare in maniera efficace dalla pesca a ninfa alla pesca a mosca secca. La potenza non superiore al #3 ti permette di sfruttare al meglio le code di topo ultraleggere da 0.55mm.
3.2. IL MULINELLO DA EURONYMPH
Non dico che il mulinello nella pesca ad Euronymph sia quasi ininfluente perché sarebbe una bugia, però, se sei alle prime armi, puoi usare tranquillamente un qualsiasi mulinello che hai già a casa ed andrà benissimo. Ovviamente se possiedi un mulinello da luccio per coda #8/9 forse sarà un po’ esagerato, ma idealmente lo potresti comunque utilizzare. Questo ti permetterà di approcciarti all’Euronymph senza spendere troppi soldi all’inizio, per decidere poi con calma se questa modalità di pesca ti piace oppure no.
Detto questo, al giorno d’oggi sono presenti sul mercato mulinelli da Euronymph specifici e con caratteristiche veramente interessanti, in grado di farti pescare in maniera molto efficace. Nei prossimi paragrafi andremo a valutare le varie opzioni, scoprendone pregi e difetti.
3.2.1. MULINELLO SPECIFICO DA EURONYMPH
Se sei interessato a pescare solo ad Euronymph e devi comprare un mulinello nuovo, c’è una cosa abbastanza importante da sapere prima di effettuare l’acquisto.
Se ti è mai capitato di smontare un mulinello da mosca, avrai certamente notato che è composto da un telaio e da una bobina.
I telai classici sono stati progettati per la coda di topo e non per il filo, di conseguenza, essendo il filo più sottile della coda di topo, durante la pesca è probabile che quest’ultimo tenda ad infilarsi tra la bobina ed il telaio. Se questo accade, e ci sono buone probabilità che succeda, in pochi avvolgimenti ti ritroverai con il filo aggrovigliato all’interno della frizione. Questo problema viene ridotto se invece del filo utilizzi una coda da Euronymph ultraleggera, anche se, in alcuni mulinelli ho visto code di topo da 0.55mm andare ad abbracciare la frizione con lo stesso affetto del nylon.
Per eliminare alla radice questo problema sono stati creati dei mulinelli con telaio chiuso. Questa sorta di gabbia impedisce fisicamente al filo, o alla coda di topo, di insinuarsi tra la bobina ed il telaio del mulinello. In questo modo sarai al sicuro da grovigli improvvisi ed indistricabili durante lo svolgimento dell’azione di pesca.
Una caratteristica interessante che accomuna la maggior parte dei mulinelli da Euronymph è il diametro interno della bobina. Dovendo contenere solo 15/20 metri di filo o al massimo 28m di coda ultrasottile non c’è bisogno di molta capienza. È stato quindi possibile aumentare notevolmente questo diametro per riuscire a ridurre sensibilmente l’effetto memoria sul filo o sulla coda di topo.
3.2.2. MULINELLI SEMIAUTOMATICI
Per quanto riguarda i mulinelli semiautomatici, benché ne esistano alcuni di specifici per l’Euronymph, puoi andare abbastanza sul sicuro con uno qualsiasi di loro perché dispongono quasi sempre di un telaio chiuso. Inoltre, nella maggior parte dei casi, la loro bobina è sufficientemente capiente per alloggiare almeno una coda di topo del #3, il che ti consente di essere molto versatile.
Gli spagnoli nella loro “pesca al hilo” fanno un largo utilizzo di questa tipologia di mulinelli nella pesca ad Euronymph e sono particolarmente innamorati del classico Vivarelli. L’azienda spagnola Luckubur ha addirittura messo in commercio 2 bobine, la REINFORCED NYMPH e la COMPETITION, realizzate interamente con stampante 3D e specifiche per la pesca a filo. Entrambe sono perfettamente compatibili con i mulinelli Vivarelli.
Ad onore del vero bisogna dire che i mulinelli semiautomatici non sono per tutti. C’è chi li odia e c’è chi non ne può fare a meno, anche qui la scelta è soggettiva, ma se sei alle prime armi ti consiglio di orientarti verso un mulinello con avvolgimento manuale.
3.2.3. MULINELLO A DOPPIA BOBINA
Esistono poi soluzioni molto intelligenti, come ad esempio il mulinello Euro Fly Pro, che nasce come mulinello specifico da Euronymph ma che con il suo speciale telaio è in grado di alloggiare due bobine differenti. Potrai infatti montare sullo stesso telaio o la bobina da Euronymph, o la bobina per la pesca a mosca secca. Abbinare questa tipologia di mulinello ad una canna da 9’6 o 10’ ti rende molto versatile ed estremamente efficace sia nella pesca ad Euronymph, sia nella pesca a mosca secca.
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3.2.4. MULINELLI TRADIZIONALI, HANNO SENSO?
I mulinelli specifici da Euronymph, per via della loro ridotta capacità di carico, spesso non consentono di poter montare una coda del #3. Di conseguenza, se hai deciso di pescare con la coda di topo classica caricata sul mulinello e sostituire semplicemente i vari finali per cambiare tecnica, devi per forza di cose acquistare un mulinello tradizionale oppure un mulinello semiautomatico.
L’aspetto più importante da tenere in considerazione per l’acquisto di un mulinello da Euronymph è il telaio. Scegline uno con telaio chiuso, soprattutto se peschi solo con il filo.
3.3. ATTREZZATURA DA WADING E NON SOLO
Nella pesca ad Euronymph, esiste una serie di attrezzature indispensabili per poter svolgere una corretta azione di pesca ed è quasi impensabile farne a meno. Nello specifico sono:
- waders impermeabili e traspiranti
- scarponi da wading con suola in gomma o feltro chiodati
- basone da guado
- guadino con rete in gomma
- occhiali polarizzati
3.3.1. WADERS IMPERMEABILI E TRASPIRANTI
Pescando ad Euronymph, ti capiterà spesso di dover entrare in acqua per riuscire a pescare in maniera efficace sullo spot desiderato. Per riuscire a farlo nel modo più sicuro e confortevole possibile avrai necessariamente bisogno di waders traspiranti.
Con i waders traspiranti resterai all’asciutto, perché sono ovviamente impermeabili, ma allo stesso tempo la loro traspirabilità farà fuoriuscire il calore prodotto dal corpo per evitare che si crei della condensa all’interno dei waders.
Esistono waders cosciali, waders pantalone e waders pettorali, ma quelli più utilizzati da chi pratica questa tecnica sono quelli pettorali perché ti proteggono dall’acqua fin sotto le ascelle, inoltre, i waders pettorali offrono anche un’ottima barriera contro il vento freddo.
3.3.2. SCARPONI DA WADING
Gli scarponi da wading con suola in gomma o feltro più chiodi ti permettono di avere il massimo del grip su qualsiasi superficie, anche le più scivolose. Inutile dire che quest’aspetto è fondamentale per la tua sicurezza, perché cadere sul fiume potrebbe anche essere estremamente pericoloso.
Nel nostro negozio di pesca a mosca online disponiamo di scarponi da wading made in Italy di altissima qualità, adatti anche ai terreni più impervi, e la loro robustezza ti garantisce un’ottima durata sul lungo periodo.
3.3.3. BASTONE DA GUADO
Un altro accessorio utile è il bastone da guado. Soprattutto se devi attraversare correnti veloci o guadi profondi, avere un terzo appoggio può veramente rivelarsi un valido aiuto per non perdere l’equilibrio.
I bastoni da guado sono pieghevoli e si aprono molto facilmente all’occorrenza, questo ti permette di usarlo solo quando serve, senza che diventi una seccatura portarlo con te.
3.3.4. GUADINO CON RETE IN GOMMA
Il guadino è fondamentale per svariati motivi, primo su tutti la sicurezza del pesce. Con il guadino potrai slamare e rilasciare il pesce nel minor tempo possibile senza neanche doverlo toccare con le mani, e tutte le operazioni per rilasciarlo vengono fatte con la massima tranquillità e sicurezza.
La rete in gomma non rovina la pelle sensibile del pesce, andando a togliere il muco protettivo, ed inoltre si asciuga subito e non rilascia cattivi odori. Un altro vantaggio rispetto alle reti in tessuto è che nella rete in gomma non si incastrano le mosche, e sarà più facile e veloce riprendere a pescare dopo che hai rilasciato il pesce.
Se pratichi il catch and release la rete in gomma è praticamente obbligatoria.
3.3.5. OCCHIALI POLARIZZATI
Gli occhiali polarizzati sono spesso sottovalutati nella pesca ma sono un accessorio quasi indispensabile. Oltre a non far affaticare gli occhi, li proteggono dai dannosi raggi UV del sole, aspetto questo da non sottovalutare se peschi parecchio perché sul lungo periodo potresti avere problemi alla retina.
Salute a parte, il vantaggio effettivo che danno durante l’azione di pesca è quello di permetterti di vedere chiaramente il fondo del torrente, perché grazie alla polarizzazione viene eliminato il fastidioso riverbero della luce che si crea sulla superficie dell’acqua. Questo porta con se due vantaggi, il primo è che riuscirai ad individuare facilmente eventuali pesci, ed il secondo, molto più importante, è che vedrai chiaramente dove stai mettendo i piedi, incrementando così la tua sicurezza.
4. MONTATURA DA EURONYMPH
Partendo dal mulinello, possiamo dire che una montatura completa da Euronymph è composta da:
- backing
- filo o coda di topo ultraleggera
- segnalatore
- finale
- mosche
In questo elenco non troverai la dicitura "terminale" perché se peschi con la coda di topo ultraleggera non ne hai bisogno, mentre se peschi con il filo, il filo stesso funge da terminale.
4.1. BACKING
Il backing nella pesca ad Euronymph non serve propriamente ad avere una scorta di filo in più in caso di necessità, è altamente improbabile dover ricorrere al suo utilizzo durante una sessione di pesca. Il suo ruolo è unicamente quello di riempimento, per riuscire ad aumentare il più possibile il diametro interno della bobina e andare a ridurre sensibilmente l’effetto memoria sul filo o sulla coda di topo. Ricordiamo che il filo, anche se di qualità, soffre particolarmente di questo problema, soprattutto a basse temperature. Pescare con un filo che ha accumulato della memoria ti priva del contatto diretto con le ninfe che dovresti sempre avere. Questo problema è comunque facilmente risolvibile andando a stirare il filo prima di iniziare a pescare, sia con le mani, sia con l’ausilio di un apposito stendi finali.
4.2. FILO O CODA DI TOPO DA EURONYMPH
Partiamo da un concetto base, il punto di forza dell’Euronymph sta nella leggerezza del filo, che permette di tenerlo sollevato dall’acqua anche pescando a distanze importanti, consentendoti di immergere solo il finale. In questo modo avrai un controllo maggiore sulla deriva senza dover effettuare nessun mending, ridurrai il dragaggio al minimo e sarai più preciso ed efficace.
Tutto ciò che appesantisce questo sistema non è congeniale ai fini della pesca ad Euronymph e le code di topo ultraleggere pesano sempre più del filo. A corte distanze la differenza è minima ma sulle lunghe distanze il divario di peso tra coda e filo si fa sentire molto di più ed essere più leggeri può fare la differenza.
Queste code speciali da 0.55mm sono sostanzialmente nate per aggirare il regolamento delle gare di pesca a mosca che obbliga i partecipanti a gareggiare con la coda di topo montata sul mulinello. Nelle competizioni, la pesca con il solo filo è vietata ed è consentito l’utilizzo di un finale non più lungo del doppio della canna. Il diametro minimo concesso dal regolamento per quanto riguarda la coda di topo è di 0.55mm, la stessa ed universale misura che si trova in commercio quando si parla di code da Euronymph, ed ovviamente tutti utilizzano quella perché è la più leggera che si possa usare.
Bisogna ammettere però che queste code di topo sono veramente molto leggere e anche se logicamente pesano più del filo è possibile sollevarle dall’acqua molto bene durante la deriva delle ninfe. Inoltre, offrono al pescatore dei vantaggi che il filo non potrà mai dare, e sta a te decidere cosa si addice di più al tuo stile di pesca.
4.2.1. CODA DI TOPO DA EURONYMPH, TUTTI I VANTAGGI
Seppur molto leggere, il peso maggiore delle code di topo da Euronymph rispetto al filo consente di caricare almeno un minimo la canna durante il lancio. Questo ti permette di pescare ad una certa distanza anche con ninfe molto piccole o con delle emergenti, perché non sarai costretto ad affidarti al solo peso delle mosche per caricare la canna. È possibile riuscire a lanciare anche delle mosche secche con discreti risultati. Se l’occasione lo richiede e vuoi sfruttare quella mezz’oretta di bollate che ti si è improvvisamente materializzata davanti agli occhi quando meno te lo aspettavi, potresti avere qualche chance in più che il filo non riuscirebbe proprio a darti. Bene inteso, pescare a secca con una canna da 11’ ed una coda da 0.55mm è come cercare di fare uno strike a baseball lanciando una pallina da ping pong, ma con la giusta abilità ed una canna abbastanza morbida si possono superare i 15m di distanza senza problemi.
Una canna che si carica maggiormente significa inoltre lanci più veloci e che tagliano meglio l’aria, con il conseguente aumento della precisione, anche in presenza di un po’ di vento. Inoltre, questa maggior precisione risulta essere molto comoda soprattutto quando devi posizionare le tue ninfe in spazi ristretti, come ad esempio sotto la vegetazione sporgente della riva o vicino ad un ostacolo.
Un altro aspetto da tenere in considerazione quando si deve scegliere tra coda di topo e filo è la pioggia. Quando la canna si bagna crea una sorta di effetto ventosa con il filo che tende a rimanere appiccicato ad essa impedendo il suo naturale scorrimento tra gli anelli. Questo problema si verifica non solo sotto la pioggia battente ma anche in quelle situazioni di umidita in cui si crea una sorta di condensa sulla canna. Questo problema non si verifica con la coda di topo, che continuerà a scorrere alla perfezione in ogni condizione atmosferica.
La coda di topo ultraleggera ha inoltre il vantaggio di avere un effetto memoria molto minore rispetto al filo. Soprattutto quando fa molto freddo, anche se il filo è di qualità, tenderà a formare delle spirali che se non distese rovineranno non poco l’azione di pesca. La coda soffre molto meno questo problema.
4.2.2. QUINDI COSA SCEGLIERE?
Ci sono diverse scuole di pensiero al riguardo e non esiste una risposta assoluta che giustifichi l’acquisto del filo rispetto alla coda o viceversa. Penso che dovresti valutare pro e contro e poi scegliere in base alle tue esigenze. Secondo il mio parere, se non ti interessa la versatilità ma vuoi pescare solo ad Euronymph con la massima efficacia, il filo è la scelta migliore, mentre se preferisci essere più versatile per poter affrontare al meglio diverse situazioni, la coda di topo ultraleggera ti dà quell’aiuto in più che stavi cercando.
4.3. SEGNALATORE
Nella pesca ad Euronymph il segnalatore svolge 5 compiti fondamentali ed è uno degli elementi più importanti di tutta la montatura. Grazie ad esso riuscirai a:
- capire dove si trova il tuo finale
- capire il momento esatto in cui le ninfe entrano in pesca
- sapere a che profondità stai pescando
- capire la velocità del tuo finale rispetto alla corrente
- percepire un’abboccata ancor prima di sentirla con la canna
Riuscire ad avere tutte queste informazioni è determinante nella pesca ad Euronymph e puoi ottenerle semplicemente leggendo il comportamento del segnalatore.
Sul mercato esistono molte tipologie di segnalatore, ognuno con pregi e difetti ma comunque tutti molto validi. Quelli che sono da scartare in partenza sono tutte quelle tipologie di segnalatori voluminosi, dai ciuffetti in fibra sintetica alle palline colorate in foam. Per intenderci, sono da evitare quasi tutti gli strike indicator utilizzati nella pesca a ninfa classica, perché tutto ciò che può opporre resistenza ad aria e acqua o che comunque ha un certo peso, anche se minimo, può compromettere la corretta deriva delle ninfe.
Nelle immagini che seguono vediamo due tipologie di strike indicator da evitare nella pesca ad Euronymph.
Quelli più indicati per questo genere di pesca sono 4 e tutti sono formati da un semplice filo collegato in-line con il resto della montatura.
La lunghezza del segnalatore varia da 20 a 50cm e va legato al terminale attraverso un nodo di sangue (blood knot). Il lato del segnalatore che va collegato al finale sarebbe ideale accessoriarlo con un micro-ring, che ti consentirebbe una rapida sostituzione del finale stesso senza andare a tagliare ogni volta porzioni di segnalatore. Anche nel momento in cui incagli le ninfe sul fondo e devi strappare il finale, il punto di rottura sarà sempre, o quasi sempre, a livello del micro-ring. Questo a patto che il finale abbia un carico di rottura inferiore a quello del segnalatore, cosa che sarebbe consigliabile avere.
Ci sono casi in cui vengono utilizzate code di topo con segnalatore incorporato o terminali di colori fluo. In queste situazioni il segnalatore può non essere utilizzato perché già presente.
Come già accennato, la chiave del successo di questa pesca è semplicità, leggerezza e minimalismo e i segnalatori più adatti in questo senso sono:
- filo bicolor o tricolor
- czech drop
- microspirale
- cere colorate
4.3.1. FILO MULTICOLORE
Il filo bicolor o tricolor è semplice, leggero e visibile. Le combinazioni di colori complementari di tonalità fluo ti consentono di vederlo in tutte le condizioni di luce con facilità e non influisce in alcun modo nella deriva delle ninfe. Generalmente viene venduto in bobine da 25-50m.
4.3.2. CZECH DROP
Il czech drop è uno spezzone di filo accessoriato con delle piccole gocce colorate realizzate in resina dura. Sono collocate in maniera regolare lungo il filo che può essere sia trasparente che colorato. Queste gocce aumentano notevolmente la visibilità ma possono essere un problema se devono passare spesso avanti e indietro dal cimino della canna.
4.3.3. MICROSPIRALE
La microspirale è realizzata con del filo bicolor attorcigliato che va a formare una sorta di molla. Questo tipo di segnalatore era stato originariamente inventato per aggirare i regolamenti delle gare di pesca che vietavano l’utilizzo del classico strike indicator. Infatti, con la microspirale non veniva aggiunto nulla al terminale ma il terminale stesso diventava uno strike indicator e serviva esclusivamente per pescare a lunghe distanze, posandolo in acqua proprio come si fa nella pesca a ninfa classica con coda di topo. Essendo impossibile gestire il filo con dei mending, l’unica situazione in cui il suo utilizzo fosse funzionale era nelle lunghe lame di acqua piatta, in cui non c’erano correnti secondarie che disturbassero la deriva del filo. La “molla” serviva per avvisare il pescatore della mangiata senza far insospettire il pesce, che non avrebbe percepito alcuna resistenza. Il suo utilizzo fuori dall’acqua, come il classico segnalatore da Euronymph, è possibile anche se non serve a molto perché non è quello lo scopo per il quale è stata progettata.
4.3.4. CERE COLORATE
Le cere colorate vanno applicate sul filo, sia esso trasparente o colorato. Il loro punto di forza è la versatilità, perché possono essere messe e tolte velocemente. In questo modo potrai regolare di volta in volta l’altezza del segnalatore senza dover rifare terminale e nodi.
4.4. IL FINALE DA EURONYMPH
Il finale da Euronymph si collega al segnalatore attraverso il micro-ring sopra citato e può essere realizzato in maniera da poter legare ad esso 1 o 2 ninfe, questo a seconda dei regolamenti di pesca e delle tue esigenze. Il nodo che viene più utilizzato per realizzare il bracciolo per la seconda ninfa è sicuramente il nodo del chirurgo, facile da realizzare e molto resistente.
La lunghezza del finale dipende dalla profondità della colonna d’acqua in cui stai pescando. Prima di iniziare a pescare dovresti ipotizzare la profondità media che pensi dovrai affrontare più spesso durante la giornata di pesca e basarti su quella misura. Successivamente potrai fare tutte le modifiche che ritieni più opportune, ricordati solo che a tagliare c’è sempre tempo, meglio partire abbondanti ed accorciare in seguito.
Su un’ipotetica colonna d’acqua di 100cm, il finale dovrebbe essere lungo circa x1.3 volte la profondità totale, ovvero 130 cm. Questo perché la corrente all’interno della colonna d’acqua tenderà a curvare il finale, di fatto accorciandolo. La lunghezza in più serve a compensare la perdita di lunghezza dovuta a questa curvatura ed avere così il segnalatore 5-10 cm sopra la superficie dell’acqua e le ninfe sul fondo. Viceversa saresti costretto ad immergere il segnalatore per far raggiungere il fondo alle ninfe, di fatto perdendolo di vista senza poter sfruttare tutti i suoi molteplici vantaggi. Piuttosto sarebbe meglio aumentare questa lunghezza, anche fino a x1.5, per fare in modo che il segnalatore resti sempre fuori dall’acqua.
La lunghezza del bracciolo varia da 7 a 15cm. Anche qui, una lunghezza abbondante del bracciolo ti dà la possibilità di poter cambiare un numero maggiore di ninfe senza accorciarlo eccessivamente. Se il bracciolo diventa troppo corto dovrai rifare il nodo, quindi lasciarsi un po’ di margine è decisamente una buona idea.
La distanza tra la ninfa di punta e quella di bracciolo varia in base al tipo di effetto che vuoi ottenere sulla deriva e sull’affondamento delle ninfe stesse. Possiamo però dire che un buon setting di partenza è quello di posizionarle ad una distanza compresa tra i 30 e i 50cm. Come detto, questa distanza potrà cambiare notevolmente durante la pesca in base alle esigenze del momento.
Per la realizzazione del finale da Euronymph è sicuramente più indicato utilizzare il fluorocarbon rispetto al nylon, perché ha 4 caratteristiche che lo rendono perfetto per questo scopo, ovvero: maggior resistenza all’abrasione, maggior carico di rottura sui nodi, un basso grado di rifrazione della luce e un affondamento più rapido.
- La resistenza all’abrasione è decisamente maggiore rispetto al nylon e in questo genere di pesca capita molto spesso che il finale sfreghi contro rocce e ostacoli vari. Avere un filo più resistente può fare veramente la differenza.
- Anche il carico di rottura sui nodi è migliore rispetto al nylon, sempre a patto che venga realizzato in maniera corretta. Questo fattore è sicuramente un alleato in più da avere al proprio fianco, soprattutto quando si devono gestire pesci di taglia importante.
- Un altro vantaggio da tenere in considerazione è il basso grado di rifrazione della luce. Molti sostengono che il fluorocarbon, per via di questa sua caratteristica, sia invisibile in acqua. Io non mi spingerei tanto in là con le affermazioni ma sicuramente è molto meno visibile del nylon. Quest’ultimo, riflettendo maggiormente la luce, potrebbe infatti spaventare i pesci più timidi e sospettosi.
- Avendo una densità maggiore ha anche un grado di affondamento maggiore e questo aiuta le tue ninfe a raggiungere il fondo del fiume più velocemente.
4.4.1. UN FINALE DA EURONYMPH VELOCE
Utilizzando una coda di topo ultraleggera da 0.55mm con il segnalatore incorporato o un terminale di colore fluo, il segnalatore vero e proprio può anche non essere montato, perché sostanzialmente è come se fosse già presente. Non dovrai fare altro che connettere il finale ed iniziare a pescare.
Generalmente le code di topo moderne sono tutte accessoriate con un asola, quindi potrai collegare il finale alla coda semplicemente con un nodo a barilotto, praticamente lo stesso che usi per connettere le ninfe al finale.
Montatura da Euronymph con terminale fluo che funge da segnalatore:
Montatura da Euronymph con coda ultraleggera da 0.55 e segnalatore incorporato nella coda:
4.4.2. UN FINALE DA EURONYMPH VERSATILE
Come abbiamo visto in precedenza, il segnalatore è fondamentale, perché ti dà moltissime informazioni sullo stato della deriva delle ninfe ed averlo nascosto sott’acqua non è mai una buona idea.
A questo proposito esiste una montatura molto versatile, forse la più versatile, utilizzata spesso da garisti e professionisti. Questa montatura prevede l’utilizzo di 2 segnalatori, in modo da poter pescare rapidamente a profondità diverse, senza dover apportare nessuna modifica invasiva al terminale. Nel momento in cui peschi in acque più profonde ti basterà immergere il primo segnalatore ed utilizzare il secondo.
Potrebbe venir naturale pensare di mettere un segnalatore multicolor molto lungo al posto dello spezzone in nylon trasparente, ma renderebbe più difficoltoso individuare in pochi istanti l’altezza giusta alla quale effettuare la deriva. Con lo spezzone di nylon trasparente tra i due segnalatori tutto questo avviene in maniera più rapida ed efficace.
Montatura da Euronymph con terminale fluo e doppio segnalatore:
Montatura da Euronymph con coda ultraleggera da 0.55 e doppio segnalatore:
In tutte le montature sarebbe sempre meglio costruirle andando a scalare con i carichi di rottura, per evitare di dover perdere tutto al primo incaglio. Il carico di rottura più alto dovrà averlo il terminale/coda e poi via via a scalare per ogni sezione di filo che vuoi aggiungere.
Nel nostro negozio di pesca a mosca online disponiamo sia di code di topo da Euronymph con segnalatore ed asola incorporati, sia di terminali pre-assemblati, con segnalatore e microring, pronti per la pesca!
4.5. NINFE
Il ruolo che hanno le ninfe nel successo della pescata è di primaria importanza. Non tanto per una questione imitativa, ma per via del loro peso. Infatti, attraverso il loro peso andrai ad influenzare in maniera determinante l’affondamento e tutta la deriva.
Generalmente, più piccola è una ninfa e più riuscirà ad ingannare il pesce. Il problema è che più piccola è la ninfa e meno sarà il suo peso, rendendo impossibile la sua entrata in pesca nella strike zone. La vera sfida è quindi realizzare ninfe molto piccole ma pesanti e per farlo ci sono pesi in tungsteno di svariate forme. Si possono utilizzare ad esempio i corpi in tungsteno Javi, che a parità di diametro pesano più della classica pallina in tungsteno, oppure si possono aggiungere degli avvolgimenti di filo di piombo sotto il dressing del corpo. Anche la tipologia di dressing ha un impatto sull’affondamento delle ninfe, infatti, dubbing, CDC e piume varie creano attrito con l’acqua e rallentano l’affondamento delle ninfe, mentre dressing più lisci e compatti, come le perdigones, tendono ad affondare più rapidamente.
Sul finale si possono montare una o due ninfe, la scelta è dettata dal regolamento delle acque da pesca e dalle tue esigenze tecniche. Difficilmente in acque correnti sarà legale poter utilizzare più di due ninfe. In linea di massima, dove permesso, è consigliabile pescare con due ninfe, per avere maggior possibilità di cattura e perché variando pesi e distanze tra le due mosche si possono avere approcci completamente diversi.
L’utilizzo di una mosca sola può essere utile in ambienti piccoli e con acque poco profonde, oppure dove hai bisogno di molta precisione. Al di là di questi casi limite, l’uso di due ninfe è quasi sempre più indicato.
Nella maggior parte delle situazioni la ninfa più pesante viene legata in punta, perché il peso maggiore collocato nella parte più estrema del finale contribuisce alla sua distensione. Come abbiamo già visto, un finale steso ti permette di percepire all’istante tutto quello che sta succedendo sott’acqua, consentendoti di rispondere con ferrate fulminee ad ogni abboccata. Inoltre, il peso maggiore nella parte frontale aiuta a stendere il finale anche durante il lancio, riducendo al minimo le possibilità di fastidiosi grovigli.
4.5.1. NINFE JIG E JIG OFF
Esistono particolari ami e pesi in tungsteno che sono in grado di mantenere la ninfa con l’amo rivolto verso l’alto durante tutta l’azione di pesca. Questo aspetto è veramente molto utile quando con le mosche sei spesso a contatto con il fondo, perché riuscirai a preservare l’affilatezza della punta dell’amo e a ridurre al minimo la possibilità di incagli.
Gli ami jig, ovvero quegli ami che anno l’occhiello spostato rispetto all’asse del gambo dell’amo, vanno abbinati alle palline in tungsteno slotted. La loro distribuzione dei pesi fa ruotare l’amo, mantenendo la sua punta rivolta verso l’alto.
Se vuoi applicare gli stessi principi su un amo standard, puoi montare una pallina in tungsteno jig off, che grazie al suo foro decentrato, anch’essa distribuisce i pesi in maniera tale da far ruotare l’amo durante l’azione di pesca.
4.5.2. LA DISTANZA TRA LE NINFE
La distanza standard tra le ninfe varia dai 30 ai 50cm, questo ti permette di pescare nella colonna d’acqua a due diverse profondità contemporaneamente; tuttavia, questa distanza può essere modificata per avere degli approcci completamente diversi. Vediamo qualche esempio.
Esempio 1
Potresti accorciare la distanza tra le due ninfe per aumentare il loro grado di affondamento senza dover aumentare il peso degli artificiali, in questo modo avrai entrambe le ninfe alla stessa profondità. Una scelta interessante nei periodi molto freddi, in cui tutti i pesci sono incollati al fondo.
Esempio 2
Potresti legare una ninfa in punta ed un’emergente su un bracciolo molto lungo, questo ti consentirà di avere una mosca sul fondo ed una a qualche decina di centimetri sotto la superficie. In determinate occasioni potrebbe rivelarsi la strategia vincente, anche se percepire una mangiata sulla mosca di bracciolo sarà un po’ più complesso per via del finale lasco.
Esempio 3
La strategia più classica ed utilizzata, due ninfe lontane tra loro 20/50 cm con la più pesante legata in punta. Questo ti permette di pescare a profondità diverse mantenendo un ottimo contatto con entrambe le mosche.
Gli aspetti più importanti sono la dimensione e il peso delle ninfe, che determineranno la profondità e la velocità della deriva stessa. Questo conta più di qualunque altra cosa, anche più della tipologia di dressing che stai utilizzando. È molto più efficace una ninfa “brutta” fatta passare nel posto e nel modo giusto, piuttosto che una ninfa “bella” fatta passare nel posto e nel modo sbagliato. Per tanto, nella tua scatola porta mosche è più importante che ci siano ninfe di pesi diversi più che diversi tipi di dressing.
5. IL LANCIO
Nell’Euronymph potresti pescare o con il filo o con la coda di topo ultraleggera da 0.55mm. Finché peschi a breve distanza, diciamo entro i 10 metri circa, il lancio è abbastanza semplice qualunque sia la tua scelta. Ovviamente, le cose si complicano quando vuoi raggiungere distanze importanti con la coda da 0.55mm, in quel caso è richiesta un po’ di esperienza in più nel lancio tradizionale vecchia scuola. Per quanto riguarda la pesca a filo, indipendentemente dalla distanza, effettuare falsi lanci non serve mai a nulla.
Probabilmente nella maggior parte dei casi pescherai entro i 10 metri, ed in questo caso, anche se peschi con la coda di topo ultraleggera, non è richiesto nessun falso lancio per poter raggiungere lo spot, ma sarà sufficiente una singola frustata per avere le mosche in posizione. Per fare ciò, è sufficiente affidarsi al peso delle sole ninfe se peschi a filo o sfruttare sia le ninfe che la coda se utilizzi appunto la coda da 0.55mm.
Nell’Euronymph, per raggiungere un livello di pesca discreto non serve molto tempo e se ti applichi correttamente potrai fin da subito iniziare a catturare i tuoi primi pesci.
Nelle righe che seguono proverò a descrivere il lancio classico dell’Euronymph, ovvero quella serie di azioni che ti ritroverai a fare molto spesso durante la pesca e che con l’andare del tempo automatizzerai. Nel fare ciò, consideriamo sempre che la mano che tiene la canna sia la destra.
Per poter lanciare le tue ninfe devi estrarre dal mulinello una quantità sufficiente di filo o coda per raggiungere la distanza desiderata. A quel punto, fai fuoriuscire dal cimino tutto il finale ed un pezzo di terminale e con la mano sinistra tieni il filo o coda bloccato/a in modo che non scorra tra gli anelli.
Ora, con un gesto deciso, porta la punta della canna alle tue spalle senza esagerare, diciamo al massimo fino a ore 13. Non appena il finale o la coda si stende alle tue spalle, con una frustata in avanti bella decisa lancia le ninfe sullo spot prescelto. Subito dopo il lancio, lascia andare il filo o la coda che tenevi con la mano sinistra e falla scorrere attraverso gli anelli della canna.
In sé il lancio è terminato, ma adesso vanno eseguite rapidamente una serie di azioni per preparare le ninfe alla fase successiva. Imparare a fare i movimenti giusti subito dopo il lancio è fondamentale per impostare una corretta deriva, infatti, una deriva gestita male nelle prime fasi sarà difficilmente recuperabile e bisognerà ripetere il lancio. Le cose da fare sono poche e semplici, e sono sostanzialmente identiche sia che tu peschi con il filo, sia che tu peschi con la coda di topo ultraleggera.
Nel prossimo capitolo dedicato alla gestione della deriva, approfondiremo tutti i passaggi da fare per essere il più efficaci possibile.
Nel video che segue vediamo una serie di lanci e la cattura di una piccola trota.
6. UNA CORRETTA DERIVA
Trote e temoli selvatici sono molto attenti a come un insetto viene trasportato dalla corrente. Una ninfa che è più veloce o più lenta rispetto al naturale scorrere dell’acqua genera diffidenza nei pesci, soprattutto in quelli più sospettosi, e più una trota è grossa e selvatica, più questa attenzione ai particolari è accentuata. Per riuscire ad ingannare certi pesci è necessario far sì che le tue ninfe scorrano, oltre che alla profondità giusta, anche alla stessa velocità della corrente.
Quando peschi in acque lente, questo aspetto è amplificato dal fatto che il pesce ha molto tempo per osservare le tue ninfe e valutare se possono essere un pasto gratis o una fregatura, in questo caso la deriva delle mosche deve essere praticamente perfetta. Viceversa, in acque veloci, il pesce ha pochissimo tempo per decidere se mangiare la tua ninfa o lasciarsi scappare il pasto e questo ti concede un margine di errore più alto nell’esecuzione della deriva.
6.1. LA VELOCITÀ DELLA CORRENTE
Per praticare una corretta deriva delle ninfe bisogna prima capire come è formata la corrente lungo tutta la colonna d’acqua. La sua velocità, infatti, non è uguale a tutte le profondità, perché rispetto alla superficie la corrente tenderà a diventare sempre più lenta man mano che ci si avvicina al fondo del fiume.
Per questo motivo, se osservando il tuo segnalatore noti che sta andando alla deriva alla stessa velocità della corrente superficiale, molto probabilmente le mosche sono trascinate ad una velocità maggiore rispetto a quella della corrente presente sul fondo. Pescando in questa maniera non dico che sia impossibile catturare dei pesci, qualcuno ci casca sempre, ma se vuoi portare la tua tecnica ad un livello superiore e riuscire a catturare pesci diffidenti in situazioni difficili, questo è un aspetto che non puoi sottovalutare. L’ideale è che il segnalatore vada alla deriva ad una velocità inferiore rispetto a quella della corrente superficiale.
In un’ipotetica deriva ideale, il finale deve scorrere in maniera naturale, ad una velocità leggermente inferiore rispetto a quella della corrente superficiale. Il segnalatore ti aiuta a capire quale sia la velocità del finale rispetto alla corrente superficiale e per accelerarne o rallentarne la deriva devi variare il peso delle ninfe.
6.2. IL GIUSTO PESO DELLE NINFE
Vediamo i 3 riferimenti che hai per capire l’efficacia della deriva che stai effettuando e come riuscire ad apportare le giuste modifiche.
Sei troppo pesante se il segnalatore si mette in tensione rapidamente e scorre molto più lento della corrente superficiale. In questo caso avrai anche il problema che le mosche continueranno a bloccarsi sul fondo. Il consiglio è quello di alleggerire il peso delle mosche.
Sei troppo leggero se il segnalatore non si mette mai in tensione, ciò significa che le ninfe non riescono a raggiungere il fondo e stanno fluttuando a mezz’acqua in maniera casuale. Potresti anche avere una mangiata in questa situazione ma difficilmente riuscirai a percepirla. Oppure, sei troppo leggero se il segnalatore si mette in tensione ma scorre alla stessa velocità della corrente, perché significa che le ninfe stanno andando alla deriva più velocemente rispetto alla velocità della corrente presente sul fondo. In quest’ultimo caso devi prestare molta attenzione, perché la differenza tra una buona deriva ed una deriva perfetta e minima. In entrambi questi casi dovrai aumentare il peso delle tue ninfe.
Sei perfetto se il segnalatore si mette in tensione e scorre leggermente più lento della corrente superficiale senza che le ninfe continuino ad incastrarsi sul fondo. Ovviamente, anche la tipologia di fondale gioca un ruolo importante e in un’ipotetica deriva perfetta non è impossibile ritrovarsi spesso con le ninfe attaccate al fondo. In alcuni casi, sassi e tronchi è come se avessero le mani e afferrano tutto ciò che gli passa davanti. In questo caso prova a legare una ninfa jig in punta se non lo hai già fatto e non ti demoralizzare, continua a fare le cose fatte bene e vedrai che le catture arriveranno.
6.3. LE 3 FASI DELLA DERIVA
La deriva nell’Euronymph è composta da 3 fasi: affondamento, strike zone e fase finale. Generalmente si lanciano le ninfe verso monte e si lasciano affondare. Prima di ritrovartele di fronte, dovranno aver già raggiunto il fondo e l’ideale è che ci rimangano il più possibile. Scorrendo verso valle arriverà il punto in cui non potrai più seguire la deriva delle ninfe con la punta della canna. A questo punto, dovrai trattenere controcorrente le ninfe che automaticamente si staccheranno dal fondo per raggiungere la superficie.
In ognuna di queste fasi può essere catturato un pesce, anche se la fase migliore è sicuramente quella centrale seguita da quella finale. Nella prima fase non è impossibile catturare un pesce, ma è sicuramente molto difficile riuscire a percepire la mangiata visto che in questa situazione il terminale sarà molto lasco.
Prima di iniziare a lanciare, dovrai decidere qual è la zona in cui ritieni più probabile che ci siano dei pesci e lanciare quindi a monte rispetto a questo punto. In questo modo, una volta che le ninfe raggiungeranno la strike zone, saranno già in posizione nel miglior modo possibile.
6.3.1. PRIMA FASE: AFFONDAMENTO
In questa fase devi dare tempo alle ninfe di poter affondare e dovrai fare in modo che le mosche si trovino sul fondo qualche istante prima di entrare nella strike zone.
Giusto per capire meglio la spiegazione dei vari passaggi, anche in questo caso facciamo finta che la mano che tiene la canna sia la destra.
Subito dopo il lancio, nell’istante esatto in cui le ninfe impattano con l’acqua, la primissima cosa da fare è prendere il filo/coda in eccesso con la mano sinistra e passarlo velocemente tra le dita della mano destra. A questo punto dovresti trovarti con canna e filo/coda ben saldi nella mano destra e la mano sinistra libera. Ora alza subito la canna per sollevare il filo/coda in eccesso dall’acqua, lasciando immersa solamente la parte di finale strettamente necessaria. Con la mano sinistra libera devi subito afferrare il filo/coda che penzola dalla tua mano destra e recuperalo velocemente con delle bracciate decise per mettere tutto in tensione, ottenendo così il contatto diretto con le ninfe.
Queste operazioni devono essere eseguite in sequenza e molto rapidamente, anche e soprattutto per evitare che il filo/coda e il terminale si appoggino in acqua. Se appoggi il filo/coda e il terminale in acqua vai in contro a parecchie problematiche, che ti porterebbero a non entrare mai in pesca e a dover ripetere il lancio. Appoggiarli in acqua rallenterebbe l’affondamento delle ninfe, le farebbe dragare mandandole fuori pesca e non avresti mai il finale steso per poter percepire le abboccate.
Meno filo riesci a tenere in acqua, più sarai preciso. Questo è il motivo per il quale la pesca a Czech Nymph è così efficace, perché pescando direttamente sotto il cimino della canna, la sezione di finale immersa in acqua è la minima possibile. Ciò riduce il dragaggio praticamente a zero, garantendoti la massima precisione e un contatto con le ninfe estremo. Chiaramente, se peschi più lontano è inevitabile che il finale entri in acqua trasversalmente, obbligandoti ad immergere una porzione di filo maggiore per riuscire a raggiungere il fondo, tieni però sempre a mente che meno filo hai in acqua più sarai efficace.
Nella piccola clip che segue, anche se l’azione di pesca è stata rovinata da un vento particolarmente fastidioso, si vedono molto bene tutti i passaggi precedentemente descritti. Tutte le gestualità vengono eseguite in maniera molto veloce e all’inizio ti potrà sembrare forse un po’ complicato, ma dopo pochissimo tempo automatizzerai il tutto e riuscirai ad eseguire tutti i passaggi senza neanche pensarci.
Se sei svelto e riesci a tenere filo/coda e il terminale fuori dall’acqua, le mosche affonderanno in maniera molto veloce, esattamente nella vena di corrente prescelta, raggiungendo il fondo nei tempi giusti e con il dragaggio ridotto al minimo. Il finale si stenderà completamente prima di entrare nella strike zone e sarai in grado di percepire tutto ciò che succede sott’acqua, reagendo alle abboccate più timide con ferrate fulminee.
Un errore da non fare
Un classico errore che si fa in questa fase è quello di sollevare eccessivamente la canna o recuperare troppo il filo/coda dopo il lancio, perché bisogna sì rimuovere il filo/coda in eccesso per i motivi sopra citati ma non bisogna esagerare, altrimenti si manderebbero fuori pesca le ninfe. In questa operazione bisogna essere veloci ma delicati, lasciando un po’ di margine alla tensione del terminale.
Ricordi quando abbiamo detto che devi passare il filo/coda dalla mano sinistra a quella destra per ritrovarti poi con canna e filo/coda sulla stessa mano? Questo perché la distanza tra il manico e il primo anello è parecchio accentuata e renderebbe tutte le operazioni veramente complicate, se non impossibili, usare il primo anello della canna come perno sul quale poi far scorrere il filo/coda durante il recupero. Afferrando il filo/coda con la mano destra e abbassando quindi questo perno sul manico della canna, tutto il procedimento risulterà molto più semplice.
Un accessorio utile
Per risolvere questo problema, l’azienda spagnola Luckybur ha realizzato un anello supplementare che può essere facilmente applicato e rimosso su qualsiasi canna. In questo modo puoi avere un anello extra proprio sopra il manico per facilitarti ad afferrare il filo/coda durante le varie fasi della pesca e non solo durante il lancio.
6.3.2. SECONDA FASE: STRIKE ZONE
Questa è la zona calda ed è la fase in cui farai la maggior parte delle catture. Nella strike zone il finale subirà un dragaggio veramente minimo e sarà il momento in cui avrai un ottimo contatto con le ninfe.
Se hai fatto le cose nella maniera corretta durante la fase dell’affondamento, entrerai nella strike zone con il finale completamente steso e le ninfe in posizione sul fondo. Per capire quando il finale e completamente steso devi sempre osservare il segnalatore. Sarai entrato ufficialmente in pesca nell’esatto momento in cui il segnalatore passa dall’essere lasco, all’essere in tensione. A questo punto, se hai tarato il giusto peso delle ninfe, il finale scorrerà praticamente da solo per tutta la strike zone, tu non dovrai fare altro che seguirlo con la punta della canna per tutta la deriva. In questa situazione devi cercare di precedere leggermente il segnalatore con la punta della canna, senza mai esagerare perché rischi di trascinare le ninfe e rovinare la deriva.
Può capitare che il finale si blocchi perché la mosca incontra qualche ostacolo, in questo caso, sempre che tu non ti sia incagliato in maniera irrimediabile, sarà sufficiente dare dei leggeri colpetti con la canna dal basso verso l’alto per cercare di liberare le ninfe e farle riprendere il loro percorso.
6.3.3. TERZA FASE: FASE FINALE
La fase finale non è assolutamente da sottovalutare. Sicuramente non sarà mai proficua come la strike zone, ma soprattutto in certi momenti potrebbe regalarti parecchie soddisfazioni.
Una volta completata la deriva nella strike zone, le ninfe saranno arrivate a fine corsa e bloccate dal filo non potranno fare altro che staccarsi dal fondo e raggiungere la superficie. Questo movimento imita molto bene gli insetti emergenti, che compiono sostanzialmente lo stesso percorso. È meglio quindi non aver fretta di rilanciare subito le ninfe, l’ideale e lasciare che le mosche si stacchino con calma dal fondo, lasciando loro il tempo di raggiungere la superficie in maniera naturale. Quando sei alla fine della deriva, abbassa la canna sull’acqua e attendi qualche secondo, trattenendo le ninfe contro corrente. Potresti anche sollevare ed abbassare la canna 2 o 3 volte per animare un po’ le ninfe e se non succede nulla procedi con il lancio successivo, ripetendo il tutto dalla prima fase.
Nella breve clip che segue vedremo due catture effettuate proprio in questa fase:
7. CONCLUSIONE
Si sarebbero potuti approfondire altri mille aspetti, soprattutto sul lancio in determinate situazioni, sulla gestione della deriva in condizioni particolari e tanto altro ancora.
Credo però che già così si sia messa parecchia carne al fuoco e tutto sommato un pescatore che si approccia per la prima volta all’Euronymph può trarre da quest’articolo tutta una serie di informazioni base per poter quantomeno iniziare a pescare.